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Penna in buca: Una palermitana qualunque (Rubrica di Viviana Stiscia).

Penna in buca: Una palermitana qualunque (Rubrica di Viviana Stiscia).

Il brano di Viviana Stiscia è tratto dalla performance Rusulè dimissionaria, un'idea di Giorgio D’Amato presentata al Cassaro Alto dal gruppo degli autori di Apertura A Strappo


Rusulè, Rusulè veni cà, figghia mia, che ti debbo parlare. Ma dimmi la verità, Rusulè, ma tu perché te ne acchianasti a Monte Pellegrino? Hai avuto la chiamata? E su quale telefonino, di grazia? Avanti, Rusulè, a me lo puoi dire. Tu si’ picciridda e non puoi più crescere e io madre sono e i picciriddi l’addifennu sempre, vivi e muorti macari.
Ma non è che ti scantasti della pesti e te ne scappasti sul Monte per non ammiscartela? Così fu? Io l’avessi fattu macari, Rusulè, te lo giuro.
Ma non è che ti volevano fari maritari un vecchio nobile o un surciazzu e tu nun lu vulisti? Ha successu, Rusulè, ha successu.
Ta ricordi dda picciuttedda che si la fuieru? Sì, Franca Viola. Si la purtaru contro la sua volontà, ma idda a li nozzi che cummogghiano tutti l’imbrogghi ci rissi ri no! L’eppi ‘sta forza e lu fici annagghiari du surciazzu rugnusu. E con quel “no” curaggiusu allibbertò macari tutti i picciotte sventurate come a idda. Ma nun l’avemu tutti lu coraggio di dda femmina, ricordatillo!
Ora tu sei arrabbiata con noi palermitani che diventammo tutti surciazzi, ca n’ammiscammu tutti ‘a rugna, e ragione c’hai, Rusulè.
Però ‘na cosa ti l’è diri, picciridda: è facile non addiventare surciazza arruccannusi supra ‘un pizzo di muntagna. Difficile, molto difficile è quando ci vivi accanto a surci e purci, quando hai qualcosa o qualcuno da perdere. Tu non avevi niente! Che se ne dovevano fare di te i surciazzi? Che ti dovevano fare pagare? Allora, Rusulè, tu mi vieni Patrona, ma io ti vegnu matri, aiutami, rimmilla tu qual è la strada dritta, quella per uscire dalla fognatura. Perché se seguo ancora quella che mi insegnò mio padre, io acchiano a Monte Pellegrino e ci vegnu a manciari i babbaluci.

Photo: Viviana Stiscia in un momento della performance Rusulè dimissionaria

Viviana Stiscia (*)

(*) Nata nel 1960, due giorni dopo Fiorello – saperlo la fa sentire più giovane – mai cresciuta, ancora in vita, sempre pronta a raccontare di questa aneddoti dolceamari, tanto veri quanto buffi. Ma anche amori, sogni, flussi di coscienza, mondi reali solo in un tempo che non c’è. Insegnante di filosofia e psicopedagogista, ma questo è soltanto ciò che fa, non ciò che è, e non ama si confondano le cose. Essere stata precaria ha forgiato la sua personalità al punto tale che ogni forma di stabilità la spaventa, tanto quanto l’anela. Madre di Alessandro, dedica a lui ogni attimo, ogni parola che, d’ora in poi, sussurrerà ai vostri occhi, se solo lo vorrete.