Seduti sull'amore
Almeno una volta nella tua vita, seppure sgangherata, ti sarà capitato di innamorarti e di sederti sull'amore altrui
Sebastiano è vedovo da 24 anni. Ha perso la compagna a seguito di una lunga malattia. Il figlio lavora a Piacenza ed ha fatto famiglia lì, a 1.400 chilometri. Ha un fratello con cui non parla da anni e una sorella distratta che vede di rado. Non gliene fa una colpa perchè si occupa quotidianamente del figlio, ormai adulto, affetto da una psicosi, che vive ancora con lei e il marito.
Sebastiano, prima del covid, lo trovavo seduto su questa panchina del foro italico di Palermo, perso nel mare e nel vocio che proveniva dalla caletta del molo sud. Abbiamo scambiato un saluto e abbiamo fatto una chiaccherata cordiale, alla palermitana, tra ascolto, umorismo e tragedia.
Non so perchè oggi mi sia venuto in mente. Non l'ho più visto. Spero esistano migliaia di panchine pronte ad accoglierlo.
Mi ha detto che amava sua moglie, da sempre, che si erano conosciuti che lei aveva solo 14 anni e lui 19. Ha fatto l'ebanista per cinquant'anni ed ha realizzato mobili per mezza città, armadi a muro prevalentemente. Accudirla ed assisterla durante la malattia deva senso alla sua vita. Non è mai andato a trovarla al cimitero.
Quando mi sono allontanato dalla villa, gettando uno sguardo di spalle, ho notato il graffito sul legno sbiadito e corroso dal sale.
In una qualsiasi condizione esistenziale capita che ti ritrovi seduto sull'amore. Magari, come in questo caso, non ti appartiene... rimane però il senso complessivo della compartecipazione perché, almeno una volta nella tua vita, seppure sgangherata, ti sarà capitato di innamorarti e dichiararti idealmente seduto con lei su una panchina (Parco della Salute, Palermo)