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Scusa Santa Ninfa

Scusa Santa Ninfa

Passeggiando a Santa Ninfa con Lacan, per commemorare i cinquant'anni dal terremoto del '68

Lacan afferma che il desiderio è sempre il desiderio dell'altro. Ho sempre considerato questo aforisma uno dei più belli perché rende la necessità simbolica e materiale del rispecchiamento, al punto che senza farci carico del desiderio dell'altro solo con difficoltà riusciremmo a distinguere l'elemento reale dall'immagine riflessa, il presente dal passato.
Domenica scorsa ho partecipato insieme ad un gruppo di amici ad un contest fotografico sul tema della memoria e della ricostruzione in uno dei comuni maggiormente colpiti dal terremoto del ‘68.
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Per me che sono un forestiero, sia del territorio del Belice, sia del tempo in cui si è verificato il disastro (all’epoca avevo meno di un anno!) è apparso tutto davvero strano e di difficile immedesimazione. Le nostre storie, malgrado l’empatia di cui possiamo essere capaci, rimangono storie personali e singolari.

La collettività di Santa Ninfa si percepisce di animo ‘forte’ anche se nell’occasione abbiamo incontrato pochissime persone. Un disastro che mette in pericolo la vita di una comunità lascia delle tracce nell’aria e noi come cani da tartufo cercavamo in una domenica mattina di annusarle. La mia traccia era banale e carica di indignazione, ho sempre letto di questo terremoto in termini di sperpero delle risorse pubbliche e di abbandono della popolazione da parte dello Stato. Questo Stato con il quale facciamo ancora i conti dopo cinquant’anni, che gioca a nascondino e si fa vedere con l’intermittenza delle passerelle.

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Quella di Domenica sembrava una passeggiata tutto sommato come le altre, un modo per stare insieme, fare qualche scatto imparando qualcosa, anche se si sentiva, a tratti, questo senso di interruzione dell'inappetenza per un territorio che in fondo non conoscevi. Provavo anche un collaterale senso di colpa perché mi ero chiesto che cosa uno ci deve andare a fare a Santa Ninfa.

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Poi però accade che la fotografia ti aiuta perché le piccole cose che hai visto ed hai fotografato, senza entrare nel merito della bontà fotografica che per il sottoscritto ancora rimane lontana, 'guardate' e 'riguardate' si riflettono e pian piano diventano l’altro di Lacan.

Che cosa desideri quando visiti un paese che cinquant’anni fa è stato colpito dal terremoto ed è stato quasi interamente ricostruito? Che cosa vuoi provare e vedere? Che cosa cerchi che non ti riguarda perché la tua vita è altra dimensione, altre preoccupazioni, altri interessi. Non lo sappiamo. In fondo chi va in giro con una macchina fotografica rischia di girare a vuoto, soprattutto finché cerca il proprio desiderio volendo fare a meno dell’altro.

Chiedo scusa a Santa Ninfa.

Photo: Carlo Baiamonte