Penna in Buca: Bella Ikea (Rubrica di Viviana Stiscia).
In piena globalizzazione un prodotto rivoluzionario. Nome del prodotto: La persona che fa per te, fattela da te.
Certo, non mi venne proprio naturale, eh no!
A me i grandi magazzini non sono mai piaciuti, tantomeno gli ipermercati. La mia amica Lisa, lo sa benissimo: undici anni di amicizia, undici anni di inutili tentativi di convertimiCi.
Ora però, qualcosa è cambiato. Sarà che il mio stravagante amico Pippo mi ha fatto notare che, proprio nel giorno in cui compiva sessant’anni anni la Lego, moriva il fondatore di Ikea; sarà che la voglia di evadere dalla mia scatola cranica è troppa; insomma sarà quel che sarà, qualcosa è cambiato.
Un immenso centro commerciale, armoniosa ed intelligente sintesi tra Lego e Ikea. Un magazzino molto luminoso e ricco di scaffalature ad altezza di cristiani - nel senso siculo del termine – ed in bella mostra le varie parti articolate e complesse modello IKEA, ma da assemblare con l’infantile tecnica Lego senza la necessaria laurea in Ingegneria meccanica che, di norma, IKEA pretende dai suoi clienti i quali, per lo più, maledicono il momento in cui hanno optato per acquisti del genere.
Il personale addetto alla vendita – piccolo neo, ma che dispiacerebbe non poco ai Sindacati, quelli veri, però – sarebbe ridotto all’osso, perché i clienti dovrebbero poter accedere ai pezzi di montaggio con estrema facilità, con serenità, ma fondamentalmente, in assoluta riservatezza.
Ma andiamo alla novità del prodotto in vendita. Uso il singolare perché, in effetti, l’ipermercato lo immagino specializzato nella vendita di un unico prodotto da assemblare, naturalmente, ma che possa soddisfare bisogni e desideri di ogni tipo di clientela, senza alcuna differenza di età, sesso, etnia, religione, ideologia politica. Insomma, prodotto che crei un Villaggio Globale Commerciale.
Nome del prodotto: La persona che fa per te, fattela da te. Comincio io. Monetina per il carrello, lo sgancio e via. Lisa, amica del mio cuore, anche se puoi essere solo nelle mie fantasie, assistimi, che già mi persi. Comincerei dal basso.
I piedi. Ah, certo, i piedi non sono monoblocco, va scelto il piede e poi le dita. Ok, allora, magro sì, ma non troppo, mi fa impressione. Elegantemente sottile. Incarnato? Devo stare attenta, devo scegliere un incarnato e ricordarmelo, altrimenti, avrò un partner in technicolor. Diciamo bruno, ma non troppo scuro, mi fa impressione. Questo mi pare perfetto: bruno dorato, anche se ‘sto bruno dorato sa di tinta per i capelli. Ma così mi venne.
Caviglia sottile, ma non sottilissima che si vede l’osso pizzillo, mi fa impressione. Caviglia sottile M, media. Un attimo, ma le contai giuste le dita dei piedi? Lo sapevo, gli alluci, ci mancano gli alluci. Meno male va, non si è visto mai un ideale d’amore senza alluci!
Ora le gambe. E qua cominciano i guai. Perché a me le gambe magre non piacciono, ma ci appattano le gambe diametro medio con le caviglie sottili M? E qui il genio: la Lego viene incontro ad Ikea.
Ricordo benissimo che, col mio bambino, quando costruivamo i palazzi LEGO se, e solo se, non avevamo sbagliato, c’era la possibilità di inserire spessori idonei ad assemblare mattoncini dalle forme apparentemente incompatibili per colmare il vuoto creatosi, ad esempio, tra un balcone dalla ringhiera tondeggiante e la facciata del palazzo. E anche qui, così ha da funzionare!
Reparto zeppe, cunei e spessori articolati di vario pigmento. Raccordo per caviglia sottile M e gamba media, trovato!
Le ginocchia ho scelto quelle che sfidano la legge di gravità: non penderanno mai, devono essere bellissime, queste sì che devono mostrare la rotula, non mi fa impressione anzi, mi fa impazzire.
Le dita delle mani, attenzione che sono troppo importanti. La meticolosità nella scelta è d’obbligo: Dita M/L non troppo sottili, mi fanno impressione. Niente nodi o segni d’artrite deformante. Perché è ovvio che il magazzino ne contiene anche di quelle, si rispettano i desideri di tutti e di ciascuno.
Ventre: piatto, tartaruga, molle, turgido, pelle in eccesso, pancia. Perfetto, pancia è bello! Ma quale tartaruga e tartaruga, a me piace la pancia, certo non quella di chi l’anguria se la mangiò intera, ma la pancia ha un suo perché, una sua dignità e va rispettata e riconosciuta. Ci vuole. Eccola, color bruno dorato, la metto nel carrello e via.
Di certo non starò qui ad assemblarlo davanti a tutti il mio partner ideale, altrimenti la riservatezza va a farsi benedire e poi rischierei anche dei cloni, ma di certo ancora alcune cosette vorrei aggiungerle.
Reparto peli. E qui posso risparmiare sulle spese. Io odio i peli. Spelacchiata sono ed evito sistematicamente i peli altrui, ma dove ce vo’, ce vo’.
La barba? No, la barba no. No che non mi piaccia, anzi. Mi piace assai. Ma ormai ho una certa età e per una come me che nel Complesso d’Edipo restò bloccata, la barba brizzolata fa troppo papà. Niente barba. Capelli mossi bruni che si appattano con la carnagione, peluria su braccia, gambe e pube q.b. Ascelle? Ne faccio volentieri a meno.
Ma andiamo agli odori. L’odore umano è indispensabile. Profumo sì, ma odore un pochino di più. Odore per capelli: legno di castagno sfumato al sudorino sulla nuca e dietro le orecchie. Ma quale schifo? Oooh, l’ideale è il mio! Gli altri odori me li tengo per me. Ho capito, và.
Scusi, dove trovo gli occhi? Ah, certamente, reparto anime. Mi scusi, mi hanno fatto distrarre.
Eccoci. Anime: Intellettuale, Mistica, Altruista, Introversa, Double face, Egocentrica, Narcisista, Sensibile …
Lisa, perché mi hai abbandonata? Mi sono persa proprio nel momento più importante: ne sceglierei tante, troppe. Lo vedi qual è il guaio degli ipermercati? La vastità dell’offerta. Non posso, mi confondo, non riesco a scegliere, davvero! E invece no, l’ho trovata, è proprio quella che fa per me: ANIMA BELLA. Perfetta. Guardiamo lo specchio? Gli occhi che adoro, sono proprio questi qui. Li prendo.
Viviana Stiscia (*)
(*) Nata nel 1960, due giorni dopo Fiorello – saperlo la fa sentire più giovane – mai cresciuta, ancora in vita, sempre pronta a raccontare di questa aneddoti dolceamari, tanto veri quanto buffi. Ma anche amori, sogni, flussi di coscienza, mondi reali solo in un tempo che non c’è. Insegnante di filosofia e psicopedagogista, ma questo è soltanto ciò che fa, non ciò che è, e non ama si confondano le cose. Essere stata precaria ha forgiato la sua personalità al punto tale che ogni forma di stabilità la spaventa, tanto quanto l’anela. Madre di Alessandro, dedica a lui ogni attimo, ogni parola che, d’ora in poi, sussurrerà ai vostri occhi, se solo lo vorrete.
Foto: Viviana Stiscia fotografata da Giusy Tarantino

