Odio gli algoritmi
Scopro che su facebook esiste un Comitato Madri che vanta un seguito pazzesco. Tutti i post sono intrisi di attaccamento tossico ai figli considerati merce propria, un'appendice delle proprie viscere uterine. Mi chiedo se noi educatori, almeno così riteniamo di poterci definire, nutriamo oggi una qualche speranza di dimensionare il potere di influenza dei media, noi che stiamo faccia a faccia con gli studenti e cerchiamo di costruire con loro relazioni concrete, noi che ne sentiamo, - di questa età acerba - l'odore. Promuoviamo la genitorialità competente ma poi abbiamo il governo contro, schiere di pseudo-giornalisti contro, blogger marchettari e l'italiano medio (sempre quello che occupa i posti auto dei disabili) che si infervora e vuole decidere da solo, odia le istituzioni, odia la scuola, odia la prevenzione della medicina ufficiale, odia i pedagogisti, i filosofi, gli ingegneri, i giuristi, odia la poesia e la logica. Non credo che la cultura, quella buona, animata da pensiero e ragione, possa farcela contro questa palude di umori tinti di frustrazioni e cattiveria antisociale. Un esercito di followers che anima il campo sempre, ad ogni ora, contro i diritti di qualcuno, alleato degli algoritmi, contro la stessa democrazia al punto che finiamo col mettere in discussione lo stesso concetto di libertà d'opinione su cui abbiamo costruito la civiltà moderna. E noi dobbiamo sopportare questi tossici, garantire loro uno spazio, dobbiamo consentire loro di esprimere le loro posizioni. Eppure l'ascesa del nazionalsocialismo, del fascismo e dei gruppi ideologizzati, che poi hanno generato i regimi totalitari, fu resa possibile da coloro che glielo hanno consentito.