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Nel segno di Palermo

Nel segno di Palermo

Leggendo gli aforismi e fingendo di non poterli attribuire il presente si miscela al passato in una dimensione senza tempo...

Sono sempre più convinto e orgoglioso di vivere in una delle città, oserei definire, più caleidoscopiche, espressione di bellezza infinita, un mosaico astratto, ove ogni tassello rappresenta un periodo storico, una testimonianza di arte, una varietà di culture, di saperi e di sapori, di suoni e tradizioni popolari. Una bellezza infinita però che all'occhio di chi l'ammira o di chi vuole immortalarla in un semplice click,  viene talvolta offuscata da elementi di disturbo ed imperfezioni del contesto civico e urbano, convertendosi in un imperfetto e malinconico ritratto. (Bruno Ingrasciotta, commercialista)

Palermo è’ il sentimento di meraviglia che mi attraversa ogni volta che al tramonto davanti a me “appare” la cattedrale, quando gli smerli e il campanile si congiungono al colore turchese del cielo, alle luci soffuse di Corso Vittorio Emanuele, al “sentire” di antico di cui ti senti parte. Palermo magica e generosa ci ha abituati alla Bellezza, Palermo copiosa di “storia” che ritrovi in ogni suo angolo, Porta Felice e le sue stradine, i palazzi e i portoni che conservano un “sogno”. Vorrei che di queste Meraviglie potessero godere anche le persone che nelle  lontane periferie “non sanno”, “non ne hanno “esperienza”. Vorrei che Palermo Bella fosse di tutti. (Evelina Arcidiacono, psicoterapeuta)

Giudico Palermo meravigliosa per il suo patrimonio artistico e architettonico ma assegno un voto bassissimo ai palermitani che non mantengono, curano e valorizzano adeguatamente questo patrimonio. Mi chiedo davvero se meritiamo così tanta bellezza! (Antonio Sparacio, dipendente del Ce.S.Vo.P.)

Ho capito di abitare in una città bellissima quando, una mattina di un’accecante domenica primaverile, aspettando un amico, mi sono seduto sui gradoni laterali del Teatro Massimo. E’ un perfetto angolo di osservazione, che condensa tutti i volti del bello e del decadente: la classicità tramandata, la modernità dei negozi ed alberghi di lusso, il nuovo modello di fruizione degli spazi comuni; ma anche il degrado che continua ad affacciarsi dai caratteristici vicoli del centro storico e che ancora permea gran parte delle periferie. E’ il Sud, Palermo. Con le sue innumerevoli chiese, i coloratissimi mercati e l’onnipresente ed insostituibile mare, quell’elemento che fa parte del DNA di chi nasce in luoghi come questo.
(Cristian Casa, Avvocato)

A Palermo, più che altrove in Sicilia, le epoche storiche rivelate dai differenti stili architettonici si sovrappongono. Il centro testimonia di un tempo più vicino, quando la città con i suoi teatri, i suoi palazzi, le sue piazze barocche e suoi trionfali accessi al mare, contendeva a Napoli il primato urbano del Regno della due Sicilie. Ricordi di un tempo ben più remoto cela invece il Monte Pellegrino: a poca distanza dai grattacieli, in caverne abitate dall’uomo preistorico, sono venuti alla luce graffiti rupestri di arcaica bellezza.
(Leonardo Sciascia)

Parlando di Palermo, pur volendo restare fisso ad osservare elementi architettonici e urbanistici, non posso che rimandare alla interiorità, un mondo che comunica attraverso le sue strade disconnesse il bello che si esprime indicando il sommerso , come ci spingesse a vedere oltre, una forma che sta ferma, non si oppone , non rivendica, che nella sua statuaria presenza subisce inflessibile, eterna, una sorta di attesa profonda, una madre Santa col dolore di un figlio che la tratta male, tossico e sporco, ingrato e furbo, cogli occhi del “povero” e l’arguzia del “ricco”. E nonostante, ancora un porto aperto ad accogliere pure i suoi giudizi, la sua vergogna, il suo intimo sapere, per trasformare tutto in arte che il mondo vorrebbe ancora vedere e sentire così per sempre.
(Vito Consorti, informatico)

A giudicare dal movimento di quelle due strade si direbbe che Palermo è una città di due milioni di abitanti. Corrono in ciascuna, da un capo all’altro e dalla mattina alla sera, due torrenti di gente, di carrozze, di carri, di carrette che continuamente serpeggiano per non urtarsi, che in mille punti si intrecciano e si confondono, s’arrestano, s’addensano, ondeggiano. È un formicolio che vi confonde la vista, uno strepitio che vi introna la testa, una varietà di veicoli, di carichi, d’aspetti umani, di gesti e di voci, un contrasto di allegrezza e di furia, di fatica e di spasso, di lusso e di povertà, quale in nessun’altra città del mondo credo si possa vedere.
(Edmondo De Amicis)

Palermo è disomogeneità. Non è neanche una città, ma una sommatoria di paesi-quartiere. Ma è stupendamente diversa nella sua stupefacente varietà di storia, arte, cultura, religione. E la sua bellezza è generata da queste innumerevoli diversità. Le maestosità architettoniche contro i vicoli sgangherati, le  luci abbaglianti contro le ombre scure (e anche oscure), le grida dei mercati storici contro il silenzio dell’omertà, il capello biondo dei Normanni contro la chioma nera degli Arabi (e ora dei Nigeriani), o anche la cultura contro il malaffare. Da questi mille intrecci nasce la biddizza di Palermo. E’ nelle anonime periferie, nei nuovi sfilacciati e omologati quartieri residenziali che la sua estetica muore.
(Giuseppe Scaturro, Architetto)

E poi da nessuna parte, neppure a Ravenna, ho visto mosaici simili. Nella Cappella Palatina, che dai pavimenti ai soffitti a volta è tutta d’oro, ci si sente come si fosse seduti nel cuore di un enorme nido, guardando gli angeli cantare.
(Oscar Wilde)

Quando ci si muove intorno al suo fascino, vestendola di Cultura, risplende come una donna fascinosa e imprevedibile. Quando le piovre si spacciano per amanti della sua bellezza, si veste di lordura che cerca di lavare con le sue lacrime.
(Rosalia  Pizzitola, insegnante)

Quando ritorno da un viaggio a Palermo  riesco a vederla nella sua pienezza. Mare, montagne, strade, vicoli, piazze, scorci,colori. La mia città è unica,  fa sentire a casa me e chiunque possa avere la fortuna di ammirarla (Lucia Guzzo, insegnante)

A Palermo la rossa, a Palermo la bambina. Rossa, Palermo, come immaginiamo fosse Tiro o Sidone, fosse Cartagine, com’era porpora dei Fenici; di terra rossa e grassa, con polle d’acqua, da cui alto e snello, pieghevole ai venti, s’erge il palmeto fresco d’ombra, eco e nostalgia di oasi, verde: moschea, tappeto di ristoro e di preghiera, immagine dell’eterno giardino del Corano. Bambina perché dormiente e ferma, compiaciuta della sua bellezza, perché da sempre dominata da stranieri, e dominata soprattutto dalla madre, la fatale madre mediterranea che blocca i figli in un’eterna adolescenza. S’adagia, rigogliosa e molle, su una felice conca. (Vincenzo Consolo)

La rivoluzione turistica palermitana: una pianta ornamentale in mezzo alla strada. (Lorenzo Palumbo, filosofo)

Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla. Perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare.
(Paolo Borsellino)

Palermo è una bellissima città, ricca d'arte e storia, bella da fotografare in ogni angolo, spesso un po' maltrattata dai Palermitani e dalle istituzioni, per le strade troppo spesso distrutte e sporche, poco senso civico...Ma splendida per la sua Bellezza! (Ginevra Dolce, cantante)

A Palermo ci sono talmente tante cose e così complesse che io posso mostrare soltanto un piccolo aspetto della città. Non posso, in una breve serata, dire tutto su Palermo. Posso soltanto rappresentare le sensazioni che mi hanno colpita, e anche di queste soltanto una minima parte. (Pina Bausch)

Palermo: Fontana avara. Potrebbe esser fonte infinita di bellezze, ma le dà goccia a goccia e solo a chi è veramente assetato.(V iviana Stiscia, insegnante)

Qui c’è soltanto primavera ed estate. (Richard Wagner)

Nonostante il sacco di Palermo, nonostante la mafia e le mille occasioni perdute, la amo;  i suoi scorci, piazza Bellini, piazza Bologni, il piano della Cattedrale fanno parte di me, perciò la amo come si ama un amante disgraziato perché ti piace nonostante tutto. (Mirella Buttitta, insegnante)

Arrivaru li navi
tanti navi a Palermu,
li pirati sbarcaru
cu li facci di ‘nfernu.

(Ignazio Buttitta)

Palermo la preferisco nelle immagini in bianco e nero, quelle senza nostalgia, quelle che ti costringono all’insieme delle sue differenze e ne esaltano i contrasti stridenti: la bellezza sfregiata dal tempo e dall’incuria, la teatralità del dolore, l’irriverenza che lenisce la disperazione, la fierezza che mette in ombra i guasti. Sotto un cielo perennemente clemente. (Enrico Bellavia, giornalista)

Era il 1945, la guerra era finita da poco e intorno erano macerie. Eppure, Palermo mi apparve bellissima. Lo sa perché? Perché c’erano i palermitani, c’era la coscienza della città. Anche tra i più poveri. (Elda Pucci)

Quando guardo, scruto, ammiro, critico la mia città, scorgo il passato che si compenetra in sé stesso, meravigliandosi, e si adira con il presente, irriverente verso cotanta magnificenza. (Vito Pecoraro, Dirigente Scolastico)

Non credo di conoscere nessun altra città in cui il senso della vita è così forte. Forse perché è altrettanto forte il senso della morte. (Wim Wenders)

Palermo la dipingo come una donna dalla bellezza statuaria ma senza anima. Circondata da amanti incapaci di toglierle i cenci che indossa e vestirla con l'abito che ne esalti il suo immenso splendore. (Nanni Cataldi, Chimico)

Palermo è sontuosa e oscena. Palermo è come Nuova Delhi, con le reggie favolose dei maharajà e i corpi agonizzanti dei paria ai margini dei viali. Palermo è come Il Cairo, con la selva dei grattacieli e giardini in mezzo ai quali si insinuano putridi geroglifici di baracche. Palermo è come tutte le capitali di quei popoli che non riuscirono mai ad essere nazioni. A Palermo la corruzione è fisica, tangibile ed estetica: una bellissima donna, sfatta, gonfia di umori guasti, le unghie nere, e però egualmente, arcanamente bella. Palermo è la storia della Sicilia, tutte le viltà e tutti gli eroismi, le disperazioni, i furori, le sconfitte, le ribellioni. Palermo è la Spagna, i Mori, gli Svevi, gli Arabi, i Normanni, gli Angioini, non c’è altro luogo che sia Sicilia come Palermo, eppure Palermo non è amata dai siciliani. Gli occidentali dell’isola si assoggettano perché non possono altrimenti, si riconoscono sudditi ma non vorrebbero mai esserne cittadini. Gli orientali invece dicono addirittura di essere di un’altra razza: quelli sicani e noi invece siculi.
(Giuseppe Fava)

Grande Madre di esperienze sinistetiche, pronta ad offrirti il suo ventre dolceamaro di vecchia regina. (Patrizia Barbera, insegnante).

Incalzante e crescente in bellezza, dalle amorfe periferie, Palermo si rivela come il teatro labirintico, caotico e fatalistico dell’esistenza umana. Palermo è un rapimento dei sensi che ti tradisce in odio  e ti stordisce in puro amore. (Salvo Foresta, musicista e insegnante)

Ph.: Giusy Tarantino, copertina del saggio 'Nel segno di Palermo'