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La Targa Florio e i furti sentimentali

La Targa Florio e i furti sentimentali

La corsa più bella del mondo, occasione di aggregazione ma anche di vissuti emotivi che si fanno strada, più veloci di di una Porsche

Gli psicoanalisti sanno che ci sono ricordi che rimangono impressi e che si raccontano con difficoltà perché le parole non bastano. Funzionano un po' come delle matrici di altri ricordi e consentono di attingere, come si fa in una dispensa che pensiamo non contenga più quanto ci occorre per preparare una pietanza, a risorse che si erano nascoste e di cui ci eravamo dimenticati. La mia infanzia è stata accompagnata da molte edizioni della Targa Florio, con mio padre, appassionato di 'macchine'. Allora la Targa era un Campionato Mondiale Marche e davvero sembrava la corsa più bella del mondo, anche per il paesaggio e le serpentine delle madonie, la possibilità di trascorrere una giornata all'aria aperta con gli amici e i parenti. C'era poi il caffè bollente, delle cinque, che faceva la sua parte. Si andava molto presto, la notte e si sonnecchiava dentro le auto aspettando per ore la numero zero. Oggi pomeriggio ritorna puntualmente come ogni anno la Targa, una gara diversa, rallistica, che vive di rendita ma che funziona ancora, sia per le vecchie che per le nuove generazioni.

Oggi pomeriggio cercherò di trascinarmi Ale, figlio tredicenne, come mio padre portava me. Qualche anno fa, in occasione del centenerario della Targa, il 7 Maggio 2016, ho scattato questa foto. E' stato facile riconoscermi in questo scatto, furto d'occasione, in cui ho agito come un ladro di 'sentimenti'. Sono passati un mucchio di anni e siamo ancora tutti presenti, una grande fortuna, anche per la Targa.