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La legalità si costruisce anche con la censura

La legalità si costruisce anche con la censura

Il corteo del 23 Maggio di via Notarbartolo a Palermo animato dalle scuole viene mutilato di due striscioni.

Ricordare il sacrificio di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e le decine di uomini che hanno perso la vita assassinati dalla mafia dovrebbe costituire prima ancora che un impegno istituzionale una grande straordinaria espressione di libertà civile. A 25 anni dalla strage di Capaci si commemora a Palermo in pompa magna, con tutti i sindaci e le associazioni, ed una mobilitazione di risorse da parte della rai che non conosce eguali nel tempo. Se la scuola pubblica, in tutti i suoi gradi, dalla materna ai licei, alle associazioni degli studenti, non partecipasse alle iniziative del 23 Maggio, il dissenso collettivo, per strada, disseminato in via notarbartolo e nelle arterie confluenti, dentro il corteo giovane,  vivace e colorato che si conclude con il minuto di silenzio struggente delle 17:58 (ora dell’attentato a Capaci) diventerebbe una modesta pantomima. Il volano delle iniziative antimafia pubbliche e assordanti è costituito dalle scuole ed è giusto che gli adulti che governano questo paese se ne ricordino. Le stesse scuole del sud, con un’edilizia fatiscente, senza palestre e senza risorse, si animano di buona volontà e garantiscono l’indotto e  la buona riuscita. I bambini e gli studenti siciliani, ma anche gli altri che arrivano la mattina del 23 con la nave della legalità (alcuni forse con lo stesso senso di curiosità che anima i tour dei viaggi di istruzione di Cracovia) ci credono, lo fanno con un senso di commozione autentico e partecipato, sentono la vertigine che ingombra cuore e occhi durante il silenzio suonato dalla banda dei carabinieri. Libertà, rabbia, coscienza, legami transgenerazionali al lavoro per 12 ore e rimane certo qualcosa, un’idea dell’identità difficile che ci tocca portare sulle spalle. In buona misura sono gli adulti, testimoni del 23 Maggio del 1992, che chiedono loro di ascoltare, in famiglia e a scuola, nei momenti di incontro organizzati con le associazioni antimafia. Ieri pomeriggio invece un fattaccio: durante il corteo che si stava dirigendo verso l'albero Falcone per il minuto di silenzio nei 25 anni dalla strage di Capaci alcuni poliziotti della Digos sequestrano due striscioni agli studenti dei collettivi del liceo scientifico Cannizzaro e del liceo classico Garibaldi. Recitano due slogan semplici, fortemente correlati a quanto è emerso in questi venticinque anni in termini di ‘verita’ e ‘fatti’ negli atti processuali. La prima "Non siete Stato voi, siete stati voi", del liceo Garibaldi, l'altra, "Il corteo siamo noi, la passerella siete voi", su un lenzuolo bianco dei liceali del Cannizzaro. Insomma quella di ieri pomeriggio è stata una semicazzata, così ha scritto un alunno, che ha gettato un’ombra sul senso di libertà di opinione ed ha definito la natura e la vocazione panottica dell’antimafia mediatica.

foto di Salvo Valenti