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Il mercatino delle cose rubate

Il mercatino delle cose rubate

L'albergheria e il suo mercatino dell'usato sono il prototipo del bordello palermitano, senza regole e senza bellezza

I mercatini in genere sono belli e accoglienti. In Austria, in Valtellina e in Trentino a Natale allestiscono i mercatini di Natale più belli del mondo. Poi ci sono i mercati londinesi, con una numero sterminato di oggetti di antiquariato opportunamente selezionati e quelli delle sagre con i prodotti agralimentari tipici. Sono quasi sempre particolarmente curati, buoni anche per l'economia, oltre che per il tempo libero.


A Palermo abbiamo i mercati storici che per i turisti, nonostante siano cambiati nel tempo, sono ancora una potenza attrattiva, gli antiquari del papireto e i mercatini rionali per mangiare.  Ma in una tipologia di mercato siamo imbattibili perché nel caso specifico applichiamo un modello di contrasto alla globalizzazione, una specie di protezionismo a chilometro zero. Solo che non ne siamo consapevoli e non riusciamo ad esportare queste buone prassi. E’ il mercato dell’Albergheria, esteso a perdita quasi d’occhio, compresso tra le chiese, il mercato vero di Ballarò e corso Tukory.

Carabinieri, polizia, vigili urbani e guardia di finanza ci hanno provato in tante occasione ma alla fine hanno vinto i commercianti, anche se ora stiamo abusando del termine. Non ci sono prezzi, la merce e' volubile, variegata, prevalentemente raccolta e rubata, in città e in provincia. Si va dal trapano al monopattino, dal cerchione all’impastatrice, dal caricabatterie al casco, dalla pelliccia alle ciabatte, dalla parrucca allo scaldabagno, dalle mutande alle biciclette. Tutto a disposizione, si pattuisce a prezzi modici, senza concorrenza, senza scontrino, senza vetrina, con poca cortesia, velocemente, in situazioni paradossali in cui la merce abbandonata accanto ai cassonetti confina con quella in esposizione.

Ho assistito all’acquisto di una borsa alla modica cifra di un euro. La borsa in realtà (eravamo prossimi alla fase di smontaggio dell’esercizio abusivo!) la stavano buttando ma nel tragitto a qualcuno è piaciuta. Le bici le portano la mattina presto, dalle cinque alle sei, massimo sette; vengono modificate, scambiano i sellini, tolgono adesivi per camuffarle. Spariscono immediatamente nella complicità palermitana dei clienti furbi, una voragine di illegalità circolare in cui dentro ci sono tutti, proprio tutti. Tutti ma proprio tutti.

Insomma gli interventi che si sono susseguiti in questi tre anni in piazza San Francesco Saverio per fare smontare le bancarelle non hanno avuto alcun esito. Vince la merce rubata, vincono i ladri, vince la mancanza di igiene e la monnezza abbandonata ogni giorno dopo l’ora di pranzo. Ora loro si sono pure organizzati. Ci troviamo infatti ai margini della ZTL. Siccome avevano timore che una cattiva informazione potesse danneggiare gli affari hanno comprato uno striscione ed hanno invitato i palermitani ad entrare pure con le macchine, a posteggiare.
Si capisce che nel modello del bordello generale ci sentiamo tutti cittadini pur essendo in molti casi solo residenti.

Ph: Carlo Baiamonte