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Il fuoco, gli incendi dolosi, la miseria

Il fuoco, gli incendi dolosi, la miseria

Quando senti i Canadair sai che si sta consumando un pezzettino di inferno

Alle 5:45, alle prime luci dell'alba si sentiva il rombo del primo canadair che sorvolava la città ancora addormentata sotto il libeccio. Una coltre di fumo da nord-est a nord-ovest e l'aria calda e irrespirabile. Anche se non ti affacci al balcone il fragore dei motori del canadair è inequivocabile, è sempre forte e vicino, caratterizzato da accelerazioni ed improvvise virate.
Quando li senti sai che non lontano si sta consumando un pezzettino di inferno. 

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La scena che si ripete ogni estate a Palermo è ormai consueta e segna l'ingresso dei due principali protagonisti del meteo collegato agli incendi: lo scirocco e il libeccio. Anche nell'incendio di questo primo fine settimana di Agosto, come hanno dichiarato gli operatori della guardia forestale, vince il dolo, la brutalità e la disumanità che non porta rispetto alla natura. 

Proprio questa primavera nella passeggiata verso Borgo Paradiso, dentro il monte Grifone, riflettevo e mi inorgoglivo del rinverdimento e del buon lavoro che era fatto dal corpo forestale dopo gli incendi devastanti degli ultimi 10 anni. 

Il rogo che ha interessato sabato 3 Agosto Monte Caputo sopra Monreale e Falsomiele è stato appiccato da punti diversi in maniera più o meno scientifica: l'uomo, più uomini in questo caso, compiono uno dei gesti forse più bastardi del mondo, anche se il repertorio degl istinti primordiali e dei cattivi sentimenti è vasto e non fa sconti a nessuno. L'uomo ci mette la pulsione autodistruttiva, il vento fa il resto, diventa complice inconsapevole, usato e consumato uno, dieci, mille volte in una maniera esclusiva. Questa volta, come è accaduto in altre occasione, sul monte Caputo un centinaio di persone sono state evacuate ed una villetta abitata tutto l'anno è rimasta interamente distrutta. Alberi, fauna, vite improntate al sacrificio che si dissolvono in pochi minuti.

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Chi appicca il fuoco ci pensa agli alberi, alla natura, alle case, alle persone, ai mutui, alle persone? Forse no, credo che importi sono la propria casa e la propria vita, inutile e calcolabile col più misero dei pallottolieri. 

Testo di Carlo Baiamonte

Ph. di Massimo Costa 
massimo.costa.1257 

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