Il Festival delle Filosofie non lascia indietro nessuno
Dal 5 Ottobre, a Palermo, la seconda edizione di un appuntamento che dopo il successo dello scorso anno si arricchisce di incontri
Che Palermo possa essere considerata una città d’arte e una capitale culturale non vi è ombra di dubbio. L’incremento costante del flusso turistico è certificato ogni anno dai dati ufficiali forniti dalle istituzioni di settore, ma è sufficiente passeggiare all’interno dei percorsi storici e monumentali per prendere coscienza che la città, gradualmente, ha cambiato i suoi ritmi. In alcuni casi è anche difficile distinguere i turisti dai residenti che si miscelano dentro la grande isola pedonale e attraverso le numerose iniziative culturali scoprono o riscoprono la città, fotografano gli artisti di strada e partecipano all’offerta di food disseminata lungo via Maqueda.
I cambiamenti che stanno interessando le città d’Arte sono parte di un processo economico globale di consumo compulsivo degli spazi urbani e negli anni si è determinata una riconversione parziale (ma anche la chiusura definitiva) di tradizionali attività commerciali, a favore della ristorazione, dello street food e degli eventi enogastronomici.
Palermo, Parigi, Budapest, Firenze, Barcellona, Venezia, Roma, Napoli, Bologna cominciano ad assomigliarsi sempre di più, sia nell’offerta dei servizi ai turisti, sia nel modo in cui vengono riproposti gli spazi, una fruizione che pare assennata e progettuale ma è, soprattutto, funzionale al consumo culturale di massa, con un livellamento delle iniziative verso il basso.
In linea di massima le città d’Arte si sono velocizzate, hanno dovuto fare i conti con la recessione puntando sugli standard medi dell'economia di scala. Il modello funziona perché a tutti appare inevitabile orientarsi verso questa direzione ma nella movida della spensieratezza quotidiana, viene dissimulata, anche l’emorragia di migliaia di giovani che ogni anno, sui bisogni occupazionali e formativi, lasciano le città del sud.
A Palermo ci sono però anche eccezioni, eventi e iniziative a basso costo che possono essere esportate, fare la differenza, lasciare una traccia profonda, aiutare una domanda differente di consumo, etica e animata da motivazioni intrinseche, autenticamente libertarie. Esiste, ad esempio, un terzo settore che ha maturato un'esperienza invidiabile e una rete di Botteghe che migliaia di studenti del nord, in autunno e in primavera, vengono a visitare per assimilare alcuni modelli di animazione di impresa locale che nella new economy vengono giudicati vincenti.
Anche il Festival delle Filosofie di Palermo, riproposto dall’Associazione Lympha rappresenta un modello efficace di buone prassi. Non a caso la 2^edizione del Festival viene dedicata al tema “La città delle Filosofie”, in chiave inclusiva e costruttiva. In questa direzione, attraverso gli appuntamenti del Festival vengono riscoperte non solo la centralità della città e della filosofia, da una parte il luogo deputato al governo del bene pubblico, dall'altra la trasversalità del pensiero filosofico, non vincolato ad un fine particolare e utile nel breve termine.
I filosofi sanno, per una strana vocazione che li sollecita a frequentare la città, che il tessuto urbano non può non costituire uno spazio di riflessione, una rappresentazione democratica della dialettica tra le parti sociali, un luogo di incontro tra generazioni.
La città filosofica è un modello dinamico in cui giovani e adulti, studenti e docenti, cittadini, ciascuno secondo le proprie possibilità ed esperienza, si ritrovano in uno spazio comune e intessono con pazienza e ‘lentezza’, come delle intelligenze ruminanti (il buon Kant sarebbe contento!) i fili preziosi del pensiero critico, dello sviluppo locale, della bellezza e dei diritti.
La Filosofia a Palermo, come recita lo slogan dell’edizione del 2019, è di tutti e in buona sostanza, possiamo aggiungere, non intende lasciare indietro nessuno. Ne sono prova la gratuità di tutte le iniziative e il grande coinvolgimento dei volontari, dei giovani, delle istituzioni, delle scuole, dei privati e dell'Ateneo che in maniera disinteressata sostengono il progetto.
Il Festival, in questa 2^ edizione, propone più di 50 eventi, concentrati in quello che potremmo definire un primo Autunno di pensiero. Organizzazione, creatività, capacità di articolare proposte che vengono dal basso, innovazione nella comunicazione pubblica, riproposizione di un sapere che esce dalle stanze dei contenuti specialistici per una disseminazione sana di una ragione che si interroga, sono solo alcuni dei punti di forza di questa manifestazione. Il nutrimento che alimenta questo straordinario sforzo è la passione corale degli organizzatori per un esercizio 'umano' della ragione, per la comprensione delle cose, per l'operosità spontanea e la voglia di spendersi a favore della collettività in un esercizio di aiuto responsabile per affrancarsi dal pregiudizio che ogni cambaimento è impossibile.
Dal 5 al 27 Ottobre, a Palermo, la filosofia viene declinata nelle sue forme più alte in chiave divulgativa e accessibile, anche ai non filosofi. Seminari, convegni, concerti, reading, mostre fotografiche e installazioni, riflessioni e approfondimenti condotti da specialisti della disciplina verranno ospitati nella rete virtuosa delle sedi istituzionali più vitali, dall’Agorà del museo Salinas all’Orto Botanico, dallo Steri all’Archivio Storico Comunale, ma nel fitto calendario di incontri sono coinvolte diversi e interessanti siti come Villa Filippina, lo storico Liceo Regina Margherita, la Casa del Mutilato, il Collegio dei Minimi, il Chiostro di Casa Professa, Palazzo Branciforte. Quest’anno il Festival propone a Palermo (Villa Filippina, dal 12 ottobre al 4 Novembre) anche una collettiva fotografica sul tema “Walking: outlet del paesaggio urbano”, 18 punti di vista, di altrettanti fotografi, sul paesaggio urbano che offre la nostra città e le capitali europee post-moderne, denso di contraddizioni ma sempre potenziale luogo di incontro. La manifestazione organizza anche un fuori programma nel territorio di Triscina con un contest fotografico realizzato dagli studenti di Castelvetrano, nel tentativo di immaginare la rinascita e la riqualificazione di un territorio che è stato devastato ma che può diventare bellissimo.
Per partecipare e prenotare: Scarica il programma del Festival https://www.efilosofie.it/