
Il Bene Comune: decalogo per una corretta fruizione del mare
La chiusura dei porti alle navi delle Ong decisa dal ministro dell'interno Matteo Salvini e il nuovo giustificazionismo social hanno avvelenato l'opinione pubblica italiana
Consigli per una corretta fruizione del mare, Bene Comune
1) Il mare appartiene a tutti
2) Il mar mediterraneo non è nostro anche se lo chiamavano Mare Nostrum
3) I porti sono stati creati dall'uomo come riparo sicuro e per gli scambi, per aprire relazioni umane e tra i popoli
4) Un uomo solo non può governare il mare, prendiamo esempio dal capitano Achab
5) il mare è indifferente al colore della pelle e all'anagrafe
6) In mare siamo tutti uguali
7) Il mare è azzurro, non è nero e sott'acqua non si sono simboli, tipo svastiche, fasci littorii, aquile
8) Il mare è bello
9) Non litigare in mare e non usare il mare come un mezzo per fini non umanitari
10) Il mare è generalmente pulito e trasparente
A Chi vuole vuole chiudere il mare e i porti consigliamo di fare una passeggiata distensiva, possibilmente sul lungomare. Se siete di Palermo potete visitare l'istituto Padre Messina che si trova a ridosso dell'approdo di S. Erasmo. L'istituto ha ospitato negli anni e a pranzo decine di migliaia di migranti e persone senza fissa dimora.La mensa è sempre stata affollata e a Palermo tutti sanno che da Padre Messina si poteva trovare un pasto caldo senza invadenza e nel rispetto assoluto della persona. Dal cortile dell'Istituto potete godervi il mare azzurro che vi apparirà però disturbato dal filo spinato. Succede, il filo è a protezione dei locali dell'istituto ma nel contesto non è il filo a rappresentare l'elemento negativo, non almeno in senso stretto; il paesaggio cittadino è stato antropomorfizzato in maniera che Attila a confronto sarebbe stato considerato un grande ecologista.
Il paesaggio fruito con attenzione nuova può aiutare a modificare il nostro punto di vista. Cerchiamo la bellezza, sbirciamo bene dalle grate ma in quel tratto di mare palermitano non è facile trovarla.
Il mare appartiene a tutti come la terra, la sabbia e la costa sud di palermo. Sbirciando senza alcuno sforzo riconosciamo i due mammelloni, due montagne artificiali che si sono create con il materiale di risulta del sacco di Palermo. L'espansione edilizia della città controllata dalla mafia a partire dagli anni sessanta in direzione nord, ha richiesto alla cittadinanza della costa sud-est il pagamento di un prezzo altissimo, perchè tutta la terra, l'eternit, i tufi delle demolizioni non sono stati smaltiti ma accumulati sul mare, a ridosso del blu, in modo da costituire una scogliera piatta e brulla, alta trenta-quaranta metri. Il materiale non smaltito è stato anche scaricato sugli arenili e sulla battigia.
Non c'è bisogno di andare in Siria o in Eritrea perché i diritti non conoscono né gerarchie, né geografia. I diritti non appartengono mai solo agli altri, non sono mai estranei alla nostra vita ed al nostro piccolo sistema di relazioni, semmai ci comprendono, sotto casa o quando richiamana posti lontani.
Il giustificazionismo dei se e dei ma che si è scatenato in questi mesi a partire dalla vicenda dell'Aquarius e via via nelle diverse occasioni in cui ministro dell'interno ha impedito alle imbarcazioni che strasportavano migranti di attraccare nei porti italiani ha avvelenato l'opinione pubblica. Forse conviene un po' a tutti, se vogliamo ricostruire il tessuto sociale del nostro paese, lasciare perdere i migranti, mollare la notizia, semplicemente soccorrerli come faremmo con i nostri familiari, i vicini di casa, i compagni di gioco o di partito. Facciamo ciò che normalmente andrebbe fatto con i nostri simili. Buona veduta (Non colate a picco nelle vostre pulsioni come il mio orizzonte)
Ph. e testo di Carlo Baiamonte: Caletta di S. Erasmo, Palermo

