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I diritti dell'infanzia al tempo del Covid 19

I diritti dell'infanzia al tempo del Covid 19

I capetti della lega si faranno interpreti del sentimento popolare di evasione. Prenderanno per mano i nostri bambini e faranno fare loro il giro del palazzo 

In tempo di Covid 19 e nel ventiseiesimo giorno di quarantena, esattamente a 12 ore dalle ultime novità che consentono ad un genitore di uscire 10 minuti con un figlio minore nel raggio di 200 metri, come per gli animali domestici, le opinioni di scatenano. Naturalmente la misura da molti viene percepita come un abbassamento della guardia da parte delle istituzioni sulla prevenzione del contagio.
Il nostro paese non vanta una grande tradizione libertaria e nemmeno è abituato, dagli ambienti accademici alle piazze, alle case, ai social, a tenere in valore la salute mentale e l'integrita psicofisica di adulti, lavoratori, adolescenti, anziani, bambini.

In questa fase in cui da 26 giorni siamo chiusi in casa, ad eccezione dei lavoratori essenziali (gli eroi del 2020, spesso senza mascherina e guanti) non è emersa alcuna consapevolezza circa la diversificazione delle abitazioni degli italiani, un bene solido che traduce le disuguaglianze e gli stili di vita in una forbice molto ampia. Si va dalla casa col giardino, le verande, il terrazzo all'appartamento con uno o più balconi, dal bivani con una finestra al corpo basso (i catoi di Palermo, Bari e Napoli,ad esempio) di 30 metri quadri. In questi ultimi posso vivere anche due adulti e due bambini, non ci sono finestre, solo un ingresso sempre aperto per non morire asfissiati e impuzzati dei vapori della cucina.
Ogni giorno alle novità introdotti nei D.P.C.M. rispondiamo proiettando su un presunto nemico le nostre paure e frustrazioni, ma anche il nostro sentimento egoistico, il desiderio che il mondo assomigli al nostro unico punto di vista. Oggi, nel giorno del pesce d'Aprile il nemico è la coppia genitore-figlio che passeggia intorno al suo isolato.

IMMAGINEFoto di Giusy Tarantino, bambini che giocano nel campetto di Piazza Magione, Palermo 

I bambini sono un bersaglio facile che ci trasforma in un esercito di assistenti sociali della prima generazione. Vogliamo la potestà genitoriale per quel bambino e in qualche misura, giudicando il genitore che lo porta a spasso per 10 minuti, ne chiediamo l'affido, lo vogliamo adottare. Con noi quel bambino diventerà un cittadino modello, soprattutto nei momenti di emergenza pandemica. 
Mi preoccupa molto questa nuova idea tecnocratica e igienistica di una società che si muove e vive nel modo in cui  è previsto su un decreto, che ha smarrito e sospeso il buonsenso, in cui siamo tutti sorveglianti e sorvegliati.
Mi fa un po' pena, soprattutto se giochiamo con i diritti dell'infanzia e se ai vecchi sensi di colpa ne aggiungiamo di nuovi.  

La cosa più triste in questa fase è assistere alla metamorfosi di molte persone di sinistra che una volta difendevano la classe operaia, i bisogni dal basso ed oggi si trasformano in un giudice severo del popolo. Assomigliano all'aristocrazia illuminata che tre secoli fa, nel momento in cui la borghesia aveva l'ardire di alzare il capo, la giudicava e l'ammoniva regredendo ai valori e ai privilegi feudali.
Ma noi abbiamo idea del clima difficile e precario, in termini di salute psicofisica dei bambini che si è potuto creare in alcuni contesti? Che questo clima che rendeva difficili le relazioni era già presente dentro molte case? Che i bambini non potranno mai difendersi dal conflitto familiare, soprattutto se vivono in case di 30 metri quadri, se possono usare solo il telefono del genitore, se non possiedono una merenda e sono tagliati dal mondo?
Credo di no, altrimenti oggi non ci saremmo scandalizzati di questa piccola concessione. 
Allora non lamentiamoci nel momento in cui, cessando di ragionare e di tenere conto della complessità di questo momento, i capetti della lega si faranno interpreti del sentimento popolare di evasione. Loro prenderanno per mano i nostri bambini e faranno fare loro il giro del palazzo.

Loro sono i nuovi giostrai e noi i traditori del popolo e dell'infanzia.