
Gigi D'Alessio e l'impegno antimafia
C'è stato un tempo in cui il giornalismo avanzava dai fatti, si doveva far riferimento a quanto era accaduto, al punto che era stata inventata una regoletta che a partire dalla terza elementare era oggetto di insegnamento da parte delle maestre. Che poi, quella delle "cinque W", non è una semplice regola di base del giornalismo ma l'espressione di un principio logico, che regola la narrazione di un accaduto, in tutte le lingue.
Se conosci il fatto nei suoi tratti essenziali (soggetto, causa, modo in cui si è svolto, luogo e tempo) sei in grado di parlarne, ovviamente citando la fonte. Chi ne parla conosce i fatti, li sa narrare, è coerente, la storia raccontata rispetta precise matrici concettuali.
Invece oggi sembra che i fatti dipendano in larga misura dai social, dal modo in cui un'eventuale situazione, creata appositamente in un certo modo, possa generare traffico internet e una buona ed efficace polarizzazione delle opinioni. Non si salva nessuno, nemmeno i morti ammazzati dalla mafia. E' accaduto anche oggi, 19 Luglio, giorno speciale di commemorazione della strage in cui hanno perso la vita Paolo Borsellino e i suoi uomini.
Quando si organizza un convegno, un momento pubblico, una commemorazione, un'occasione solenne in cui una istituzione si espone agli effetti sia mediatici, sia dell'opinione pubblica in genere, si opera una valutazione del luogo, delle persone che interverranno, della modalità in cui ci si rappresenta all'esterno. Si tratta di una specie di bonifica culturale, di sanificazione logica, che viene fatta dall'organizzatore dell'evento in modo a priori, per evitare qualunque incidente, sia all'interno dell'evento stesso (per il modo concreto e materiale in cui si svolge), sia nella comunicazione stessa.
Alcuni anni fa, nella mia scuola, da referente di educazione alle pari opportunità, nell'ambito di una iniziativa di incontro con gli studenti sulla violenza di genere, bloccai l'invito a relazionare ad una donna che era stata testimone diretta di una vicenda domestica e che si trovava in carico presso i servizi di salute mentale. Ad alcuni colleghi sembrò una forma di censura. Si trattava invece di valutare attentamente gli esiti di un momento pubblico, pur rischiando di mancare di deludere una testimone viva (per fortuna). Rivolgendosi a minori (ragazze di 14-15 anni) era importante operare dei filtri mantenendo un preventivo controllo della conduzione dell'incontro. La testimone invitata spesso a parlare di violenza contro le donne era abituata a restituire i termini della sua drammatica storia personale senza filtri, mostrando agli studenti anche i referti sanitari e i materiali fotografici della violenza subita dal compagno. Un incontro con gli studenti deve invece mantenere un carattere formativo e non può diventare una clip horror e sensazionalistica.
Oggi nell'ambito delle iniziative ufficiali per commemorare Paolo Borsellino, organizzate dalle varie istituzioni, ad un incontro con i giovani al quale partecipavano i familiari delle vittime, tra i quali Fiammetta Borsellino, gli organizzatori hanno pensato di invitare a parlare ai giovani Gigi D'Alessio, artista nazional popolare non avvezzo ad alcuna forma di impegno sulla legalità. Si voleva utilizzare come spunto per il dibattito un fattaccio di cui si era reso responsabile un giovane artista neomelodico che qualche giorno fa aveva sbeffeggiato Falcone e Borsellino in un programma televisivo trash. Nulla di male per D'Alessio perchè se fai l'artista puoi trattare liberamente temi non per nulla impegnati nel versante dei diritti. L'arte è sganciata dalla morale, guai se non fosse così.
Se vai però a parlare di legalità il 19 luglio e non sei un magistrato, una vittima della mafia, un giudice, uno scrittore o un giornalista, un familiare colpito nel lutto ma solo un artista che fa il genere neomelodico, e ti rivolgi in genere ad una platea di ascoltatori per i quali la mafia è ancora una parola tabù, un po' di conti te li devi fare, qualcosa di non previsto può accadere. Così Fiammetta Bosellino, nel rispetto del principio logico delle 5 'W' si è alzata e se ne andata.
La prossima volta che organizzo un incontro sull'entropia a scuola invito il garzone che mi porta la bombola.

