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Diecimila passi per diecimila pensieri

Diecimila passi per diecimila pensieri

Camminare è la cosa più bella del mondo

Ciascuno di noi tiene un proprio passo. Camminare non è un’attività scontata e tradisce ad una puntuale osservazione la nostra visione del mondo, un più o meno interessante modo di interagire con lo spazio urbano. Non ho un’idea precisa di quanti stili di camminata possano esistere. Se si tratta di identificarli come è successo con gli stili cognitivi potremmo ritrovarci con 8, 9, 10 stili diversi, tutti interessanti e dipendenti in parte dal nostro patrimonio genetico. Ci sono passanti che danzano, passanti goffi, passanti leggeri che sembrano sollevarsi sull’asfalto, passanti privi di armonia che sembrano potere inciampare da un momento all’altro. Gesù addirittura camminava sulle acque ma quella è un altra storia.

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Mia madre soffre di una forma di parkinsonismo e mi sta capitando di monitorare il modo in cui progressivamente sta modificando in senso generativo la sua deambulazione, una bella (si fa per dire!) botta di progressiva perdita del controllo degli arti e dell’orientamento, qualcosa che non dovrebbe mai accadere all’essere umano. Si perchè camminare rimane la cosa più bella del mondo.

Secondo i protocolli della buona salute dovremmo effettuare da 6 a 10.000 passi al giorno. Siamo nati per correre e saltare, compiti che nella scala evolutiva contano quanto quelli di pensare e simbolizzare. Valentino Rossi a diciotto mesi ha abbandonato le rotelle della sua prima piccola bicicletta. Un talento, un asso dell’equilibrio che ha fatto della moto un’appendice corporea. Valentino corre con la moto in modo spontaneo e naturale, come il più grande camminatore e saltatore.

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Osservare la gente camminare è piacevole, a tratti può essere anche commovente, soprattutto quando si tratta di assistere in uno spazio temporale ridotto al movimento di una variegata popolazione fortemente differenziata nella velocità e nell’anagrafe. Padri avanti e figli dietro col cellulare in mano, donne che parlano con le amiche mentre camminano velocemente e rispondono anche a messaggi o registrano file audio. Si sa le donne, come dicono loro, sono multitasking.
Ho visto un uomo invece spiaccicarsi su un palo della fermata degli autobus mentre accelerando il passo digitava sulla tastiera.

Camminare, parlare, guardarsi intorno, pensare, muovere la testa per evitare rovinose cadute e scontri con altri passanti.  Roger-Pol Droit ha scritto un bellissimo e straordinario saggio sulla camminata dei principali pensatori della storia del pensiero. Si intitola La passeggiata di Kant, l'autore analizza ventisette ritratti di filosofi alla luce del modo in cui camminavano, ovviamente mentre pensavano.
O forse, sarebbe meglio, ritenere che pensassero con una certa efficacia solo perché camminavano e l’interazione andrebbe posta a questo punto capovolgendo la coppia di attività.

*Tutti i diritti riservati, testo e foto di Carlo Baiamonte