
Cinque nuove cartoline da Ballarò
La street Art può diventare anche uno strumento di supporto alla riqualificazione urbanistica ma è bella di per sè, in quanto espressione artistica libera e intuitiva
Igor Scalisi Palminteri, Andrea Buglisi, Alessandro Bazan, Angelo Crazyone, Fulvio Di Piazza sono i 5 artisti che hanno portato l’arte dentro i quartieri di Ballarò e Albergheria. Due quartieri animati da forti bisogni di integrazione e di riconoscimento in una città in cui l’arte per trovare i suoi percorsi espressivi deve superare mille ostacoli, coinvolgere i privati sensibili (il progetto è stato sostenuto dalla Fondazione Elenk’Art e da Tommaso Piazza che ha offerto le vernici) e le reti delle associazioni.
Franco Franchi, opera di Angelo CrazyOne
La proposta culturale degli autori è interessante essendo anche finalizzata a gettare un ponte con la memoria identitaria dei due quartieri, senza dimenticare la complessità sociale che si gioca nel quotidiano e nel tentativo costante della collettività di trovare un punto di equilibrio urbanistico, un legame con l’altra parte della città.
Faces are Places, opera di Alessandro Bazan
Le opere monumentali degli artisti sono state pensate e progettate per dialogare, ciascuno a suo modo, con il tessuto urbano e la comunità residente del quartiere. Ogni opera rappresenta un tipo particolare di lettura del territorio e della sua vitalità, una cartolina che accende emozioni e attiva riflessioni. Ritrovarsi ieri pomeriggio, persone di esperienze diverse, palermitani e non, nel tour ben organizzato dalla Cooperativa Terradamare, ha costituito un'esperienza circolare ed ha dato il senso anche di qualcosa che non può essere demandato solo alle istituzioni, da fare e organizzare per produrre occasioni utili, per l'arte innanzitutto ma anche per noi. La street arte è l'arte inclusiva per eccellenza, dialoga durante il processo creativo con altri artisti, altre opere e con i residenti. Il caso vuole che solo uno degli artisti sia uno Street Artist, gli altri quattro sono pittori che si sono prestati a questa nuova esperienza, con risultati alti e apprezzabili.
Nel dibattito acceso sulla street art e sulla legittimazione di questo genere che si commette talvolta l'errore di volere chiudere dentro gli scopi della riqualificazione urbanistica, si dimentica spesso il valore intrinseco di questa forte e intuitiva forma d'arte.
La street art può anche aiutare il processo di riqualificazione urbana, non a caso gli artisti hanno scelto le piazze che presentano segni di degrado ma conservano ancora una funzionalità di aggregazione, fortemente evocativa.
Turbo Ballarò, opera di Fulvio Di Piazza
La street art ovviamente non può sostituirsi alla pianificazione ed alle progettualità istituzionali. Ballarò e l’Albergheria sono due pezzi della città che meritano la medesima attenzione degli altri quartieri, senza per questo prestabilire forme e classificazioni gerarchiche che tanto piacciono ad alcuni amministratori. Palermo capitale della cultura dovrebbe significrea Palermo plurale, Palermo tutta, un'idea della città che include tutte le sue parti.
Fides, opera di Andrea Buglisi
Il rischio che si corre, nonostante il prezioso contributi degli autori dei nuovi 5 murales, è che questi territori rimangano nell’immaginario dei palermitani, che lì non vivono e lavorano, luoghi di tour fotografici, di Selfie mordi e fuggi, di street food e movide notturne, una condizione che solo emotivamente può rendere stabile il nostro senso si appartenenza, senza dimenticare che i due mercati (quello storico di Ballarò e quello dell'usato dell'albergheria) non vivono in autosufficienza.
Viva Santa Rosalia, opera di Igor Scalisi Palminteri
L’arte ha fatto come sempre la sua parte offrendo, come è accaduto tante altre volte, un’intuizione, anticipando percorsi, in modo partecipativo, nel sentimento di amicizia, umiltà e attaccamento alla città. E per una volta, dentro l'Albergheria i palermitani si sono messi pure d'accordo con la presenza concomitamte dei due co-patroni, San Benedetto il Moro e Santa Rosalia.
Basterà la benedizione dei due Santi. Credo di no.
Tutti i diritti riservati - Foto e testo di Carlo Baiamonte

